martedì 13 luglio 2010

domenica 27 giugno 2010

The last trip o "Imitando John McDouall Stuart e altre storie"

Ed anche la Sydney experience volse al termine.

Prima di tornare pero' c'e' tempo per l'ultimo viaggetto nel down under. Ora vi scrivo da Melbourne, ma non e' in questa parte d'Australia che restero' nelle prossime settimane.

Il bello di questa nazione e' che ti permette di non racchiudere in un nome di una sola localita' la destinazione del viaggio. Dopo un paio di giorni in un parco naturale grande quanto il Veneto, si stara' infatti in un solo altro posto per le seguenti settimane.

Ma non e' ne' una citta', ne' un'isola, ne' una regione: e' la Stuart Highway, da nord a sud, in tutta la sua interezza e anche oltre. In termini europei, un po' come andare da Lisbona a Varsavia passando per Venezia, con il deserto pero' tra la Castiglia e la Repubblica Ceca.

3600 chilometri ed un unico obiettivo: vedere questo spettacolo.


(Credevate sul serio che avrei fatto tutta questa strada per vedere un enorme sasso in mezzo a della sabbia?)


Stay tuned!

Chi non viene sul blog e' un Thorny Devil!


PS. mi scuso per l'uso di apostrofi al posto di accenti, ma la tastiera anglofona dell'ostello non mi permette altrimenti.

lunedì 21 giugno 2010

La coppa del mondo o "Non è un paese per fighette e altre storie"

Chi diceva che qui sono interessati solo al rugby e al cricket?
Anche se il calcio non è di certo lo sport più popolare, per la Coppa del Mondo Sydney si è riempita di macchine con questa bandierina appesa per tifare i Socceroos:


Al Darling Harbour hanno poi montato un ambaradan di roba, con maxischermichioschispettacolidirette24oresu24 per sentirsi un po' più vicini al resto del mondo.

Per una nazione abituata ai contrasti di gioco del rugby o dell'australian football, il fatto che dei calciatori simulino cadute è un'offesa alla virilità dello sport. Per questo quando parli di calcio con un australiano tira ancora fuori il rigore su Grosso del passato mondiale, che li aveva eliminati.

E intanto, finchè i nostri se ne stanno tutti impomatati a farsi fotografare da Dolce&Gabbana negli spogliatoi, gli Australiani si allenano così.

Che dire, non è un paese per fighette.

Chi non viene sul blog si farà parare il tiro dal coccodrillo!

PS.
Chi volesse sentire il tanto vituperato (da alcuni) inno Mameliano live al Darling Harbour, lo trova qui.

giovedì 10 giugno 2010

Post per mia mamma...

...che, da brava mamma italiana, come prima domanda, mi chiede sempre se sto mangiando: ecco una excursus gastronomico di questi mesi in ordine cronologico.

La risposta a quella che di solito è la seconda domanda invece è: "Sì, il latte lo bevo", anche se solitamente a colazione non ho la macchina fotografica sottomano.

Tutto iniziò così: il primo pranzo nell'aereo

Dolciumi di Singapore

La versione malese della piadina romagnola

Cibarie di buon auspicio cinesi

Cenone di Capodanno (Cinese)

Primo BBQ a Tamarama Beach

Una dolce pausa nipponica nella ricerca di un tetto

Pranzo a Rose Bay

Pasta Tasmaniana (quella che poi ha mangiato l'opossum)

Cena della Casa a Bondi Junction 1

Cena della Casa a Bondi Junction 2

Sushi break

Le tradizioni pasquali che non vanno mai trascurate

The Spanish touch

Sfide messicane

L'ultima cena (australiana)

Italica cena

Il maiale non è l'unico animale del quale non va buttato via niente

Cena a Chinatown

Pranzo a Palm Beach

Pancakes on the Rocks

Baffo, ostriche e calamari al Fish Markets


The making of Pasta alle melanzane


Italico dessert

Et, dulcis in fundum, the making of ragù (sopra) e il risultato finale (sotto)

mercoledì 9 giugno 2010

Paese che vai, usanza che trovi o "Stereotipi australiani e altre storie"

Così almeno, quando tutti voi mi chiederete come prima cosa se ho surfato, la mia risposta non sarà un silenzio imbarazzato.


Quello comunque ci sarà quando mi chiederete se sono riuscito a restare in piedi.
Questo è stato l'unico momento in cui ho assunto una posizione degna di un discendente dell'Homo Erectus.


Chi non viene sul blog è un Homo Poco Sapiens!

lunedì 7 giugno 2010

Grazie globalizzazione o "Spritz time e altre storie"

Dopo mesi di astinenza, l'ho trovato...


...bello come non mai!

domenica 23 maggio 2010

A volte ritornano o "RDU April Tales e altre storie"

Lo so. É un po' di tempo che non scrivo niente sul vostro caro RDU e un po' mi sento in colpa. Quando ho scritto il mio ultimo post la Polonia aveva ancora tutte le sue figure più rappresentative in vita, il nome Eyjafjallajökull alla maggior parte degli europei sembrava una parola creata a caso dall'appoggio di un gomito su una tastiera del pc, quando si pensava alla Grecia veniva in mente solo il Partenone e non i titoli di stato spazzatura e nessuna squadra italiana aveva ancora raggiunto el triplete. Questo per farvi capire da quanto tempo è che non scrivo.

Vi devo delle giustificazioni: aprile è stato un mese un po' movimentato per ragioni che vi spiegherò a breve. Ma andiamo con un ordine monotonamente e banalmente cronologico per raccontare il mio secondo "autunno" da un anno a sta parte.


From Brisbane to Cairns o "Ronzinante, i piedipiatti del Queensland e altre storie"
Quando ci eravamo lasciati, l'invasione extremeña era alle porte e si è finalmente concretizzata all'alba del 30 marzo, quando ho recuperato in aeroporto una persona decisamente provata dall'essere stata per le precedenti 20 ore seduta su un sedile targato Qantas. I primi giorni sono stati romanticamente trascorsi all'insegna del turismo Sydneyano, finchè, la mattina del fool's day, dopo 15 ore di autobus, i nostri sono arrivati a Brisbane per iniziare il pellegrinaggio verso nord.

Siccome so che molti di voi non masticano la geografia di quaggiù, il nostro itinerario è stato il seguente:
So che è una banalità immensa, ma credetemi: non si riesce a capire quanto sia grande questo paese finchè non s'imbocca una delle sue autostrade e ci si rende conto delle distanze che vi sono tra un posto è un altro. Se poi il van che hai noleggiato si incazza quando arrivi a sfiorare i 90 all'ora, i tempi di percorrenza sembrano veramente infiniti.
Ah già, il van. Viste l'ispanicità di metà dei viaggiatori e le caratteristiche del mezzo, il nostro sobrio van non poteva essere battezzato in altro modo che Ronzinante (Rocinante per gli hispanohablantes). Per quanto concerne la sobrietà, nessuna descrizione può essere più esplicativa che una rappresentazione visiva del nostro nobile destriero.
Già la prima sera Ronzinante ci ha fatto capire di che pasta era fatto. Nel mazzo consegnatoci dall'autonoleggio vi erano due chiavi: una per il motore e il baule, l'altra per le due porte anteriori e quella laterale. Il perchè di questa scelta da parte della Mitsubishi mi è ignoto, ma ho subito risolto il problema di una potenziale confusione tra le chiavi, rompendo la chiave delle tre porte la prima sera. Risultato: una settimana di viaggio entrando dal baule (freudianamente si potrebbe pensare che Ronzinante non voleva terminare la sua fase anale infantile).

I primi due giorni potrebbero essere categorizzati sotto il titolo "No parking here". Infatti a Brisbane ci siamo beccati (mea culpa) AUD50 di multa per divieto di sosta (che non verrà mai pagata, essendosi persa per strada, lasciandomi così un debito nei confronti della giustizia del Queensland). La mattina seguente, invece, la polizia di Noosa Heads ci svegliava, ben prima delle 7, con dei teneri pugni sul lato di Ronzinante per intimarci gentilmente a lasciare il parcheggio in riva al mare che avevamo adibito a nostro domicilio temporaneo. Evvabbè.

Ma che quelli della polizia del Queensland siano dei gran burloni è una cosa arcinota. Il che è stato confermato anche dal test del palloncino che ho dovuto subire alle 11 del mattino in un paesino sperduto. Per fortuna avevo sospeso temporaneamente la mia colazione a base di Sambuca e Pan di Stelle, altrimenti sarebbero stati bitter dicks.

Ma torniamo al viaggio. La costa del Queensland è piena di perle. Oltre all'inflazionata Fraser Island (il cui lago Mckenzie però vale una visita), ho lasciato una parte del mio cuore a 1770 (sì è il nome), sede di un non di certo tradizionale pranzo pasquale. Ma soprattutto 1770 è un gioiellino la cui spiaggia è protetta dall'arroganza delle onde del Pacifico da una lingua di sabbia, grande sufficiente a rendere il movimento delle onde sulla riva più simile a quello di una vasca da bagno che a quello di una spiaggia su un oceano che non è poi così pacifico come il nome vorrebbe far credere.
L'altro pezzo di cuore l'ho lasciato invece a Magnetic Island (sarà anche per il fatto che il suo soprannome, Maggie, lo aiuta a farsi amare). Questa isoletta, fuori dai pricipali giri turistici, vanta, oltre alla più copiosa comunità di koala australiana, delle spiagge come questa o questa. (Mi scuso con chi di voi non ha Facebook, ma non sapevo che Flickr avesse un massimo di foto uploadabili e mi hanno fatto capire che "no money, no photo").

Il grande rimpianto del viaggio è non essere riuscito ad andare a vedere la Barriera Corallina (quella grande). Per andarci avremmo dovuto arrivare a Cairns con due giorni di anticipo ma, citando il gruppo capitanato da Stefano Belisari, tra il dire e il fare c'è di mezzo "e il". Quindi, anche per non sovraffaticare Ronzinante, indebolito dal clima dei tropici, abbiamo deciso di rinunciare. Ma, come dice Vitto, bisogna sempre lasciarsi qualcosa da vedere per aver la scusa di tornare.

Quindi, arrivati a Cairns, bye bye Ronzinante, che pure ci aveva difeso bene dalla nostra lotta contro i mulini a vento, (nella fattispecie rappresentati dai camion con rimorchio più veloci di noi che riempivano la Bruce Highway), volo Jet Star, bye bye Terra della Regina, welcome back Nuovo Galles del Sud, per trascorrere gli ultimi giorni di invasione ispanica più noiosamente a Sydney, senza dover ricorrere ad una bombola a gas per cucinare la cena.
Purtroppo però poi è arrivato anche il giorno di San Zeno, patrono scaligero, che per il 2010 per me ha significato la fine dell'invasione australiana da parte della piccola comitiva iberica. (Si richiede sospiro di tenerezza da parte del lettore).


L'autunno di Sydney o "Vagabondaggio 2.0 e altre storie"
Quello che però non mi immaginavo, era che le avventure di aprile erano solamente iniziate. Infatti, dovete sapere che il vostro beniamino, in un'opera di contorsionismo diplomatico, era riuscito a convincere il suo landlord (padrone di casa, per i meno avvezzi alla lingua della regina Elisabetta), a sospendere il pagamento dell'affitto per le due settimane di viaggio, muovendomi dalla singola alla tripla al termine delle stesse. Il landlord lì per lì aveva acconsentito, facendomi partire per il viaggio sicuro di avere un tetto al mio ritorno. Invece quel son of a bitch (messa in discussione dell'onorabilità del lavoro della madre del landlord, sempre per i meno anglofoni) mi ha comunicato, a due giorni dal mio ritorno a Sydney, che non sarei potuto tornare nella Casa.
In quel momento è iniziata ufficialmente la mia pricipale attività dell'aprile 2010: il vagabondare ancora una volta alla ricerca di un tetto. Non ci crederete, ma avevo quasi bisogno di questa instabilità abitativa. Infatti, in primo luogo mi ha fatto tornare a Kings Cross per un paio di settimane, in un ostello però decisamente migliore a quello di febbraio. Poi, sembra incredibile, ma stando in un ostello e condividendo la stanza con altre 9 persone avevo decisamente più privacy e più tempo per me che quando stavo nella Casa. Infine, dopo le due settimane in Kings Cross, ho passato una settimana a fare il beato tra le donne, dormendo sul divano di una casa abitate da Ilaria e Margherita, due mie amiche toscane, nonchè da Hannah, Jennifer, Moony, Jessica e Jordan, quattro ragazze (più un ragazzo) di Seattle; quindi non posso di certo lamentarmi.
Finalmente, il primo di maggio, sono arrivato in quella che dovrebbe essere la mia sistemazione definitiva. Se volete mandarmi lettere d'amore, di odio, lettere all'antrace o pacchi bomba, ora dovete spedirli all'87 di Darlington Road, Darlington NSW 2008. Ora condivido il tetto con un triatleta galiziano aspirante giornalista e con un trentatreenne ingegnere navale singaporegno, vegetariano per coerenza con la sua religione indù, che non permette di fare del male a nessun essere vivente.

Sydney e zone limitrofe o "Una città dove anche la circonvallazione ha qualcosa di poetico e altre storie"
Questa città ti fa innamorare di sé in maniera esponenzialmente proporzionale al tempo che vi si trascorre. Non riesci a stufarti di Sydney. O meglio, puoi se non ti sforzi di scoprirla. Perchè se ti basi solo su quanto dice la Lonely Planet, fai delle belle foto davanti all'Opera House o all'Harbour Bridge da far vedere agli amici, però non puoi dire di conoscere Sydney. Non posso certo dire di conoscere la città, ma sto facendo del mio meglio per non farmi sfuggire i dettagli che rendono il quadro così affascinante.
É per questo che vi metto qui sotto un paio di foto qui sotto. Così magari vi vedete un paio di dettagli diversi dal solito, che tanto l'Opera House sapete tutti com'è.

Una tappa della Foreshore walk From Coggee to Maroubra Quando Photoshop non serve e il tuo credo ateo vacilla "Penso proprio che Dio ha un bell'impianto luci" Questa è la periferia nord di Sydney, Cinisello Balsamo per interderci Questa invece è la vista dalla circonvalla, Viale Tibaldi o Viale Toscana, fate voi La pace di Pyrmont

L'ANZAC Bridge, sullo sfondo, regge bene il confronto col fratello maggiore

Una domenica sono anche andato a fare una gita fuori porta con tre amici/e alle Blue Mountains, che blu lo sono davvero. Infatti l'evaporazione dell'olio di eucalipto rende lo sfondo azzurognolo, che ricorda un po' quello della Vergine delle Rocce del Leo, quando aveva iniziato a teorizzare l'uso della prospettiva aerea. Il simbolo delle montagne blu sono le Three Sisters, al secolo Meehni, Wimlah e Gunnedoo, trasformate in speroni di pietra da un mago per proteggerle dalle avances dei maschi di un tribù locale. Sfiga volle che il mago passò a miglior vita prima di ritrasfmormare le tre sorelline in esseri umani, regalando, loro malgrado, l'immortalità. Che Meehni, Wimlah e Gunnedoo non me ne vogliano, ma è difficile pensare che in vita avrebbero potuto essere più ammirate ed amate che in questa nuova loro sembianza:


Meehni, Wimlah e Gunnedoo

Ora vi ho aggiornati su il mio ultimo mese e mezzo. Spero di essere più puntuale per il prossimo aggiornamento. Chiudo con una foto di una festa in maschera della settimana scorsa. Solo perchè voglio che appreziate il baffo.


That's all folks!
Chi non viene sul blog non combatterà mai i suoi mulini in sella al Ronzinante di turno.